TESTIMONIANZE

Violinista dell’Orchestra della ScalaAlberto ZaniTratto da: Teodoro Celli, “L’arte di Victor de Sabata”, ERI/Edizioni RAI, Torino, 1978

L’arte di Victor de Sabata di Teodoro Celli

Io, prima di venire alla Scala, mi sembra nel ’41, sono stato per una decina d’anni a Firenze dove ho cominciato la mia carriera come violinista, chiamato dal Maestro Gui. In quel periodo de Sabata veniva spesso a dirigere concerti, opere; e quindi eravamo molto con lui; eravamo un’orchestra giovane, non all’altezza — certe volte — di grandi orchestre, quindi avevamo bisogno anche di direttori che ci istruissero.

Ricordare de Sabata oggi è un grossissimo piacere per me, che ho suonato con tutti i più grandi direttori della mia epoca.

Era un direttore vivo, scalpitante: era un cavallo di razza, come si suoi dire! Si potevano anche trovare certe cose che forse non erano per­fette dal punto di vista tradizionale; ma era talmente vivo! Una per­sonalità così spiccata, che proprio tutta l’orchestra ne era presa, era emozionata quando suonava con lui! A Firenze de Sabata ha portato anche i primi contemporanei dell’epoca: abbiamo suonato con lui la prima volta Stravinsky, Debussy, Ravel!… Anzi, a proposito di Ravel, noi abbiamo fatto la prima esecuzione italiana dell‘Enfant et les sortilèges; e siamo rimasti stupefatti di quest’uomo che sapeva tutto a memoria e che conosceva tutte le didascalie in francese perfetto. Il pubblico, poi, era sbalordito ed entusiasta.

 

In: Teodoro Celli,  “L’arte di Victor de Sabata”, ERI/Edizioni RAI, Torino, 1978