TESTIMONIANZE

Prima tromba dell’Orchestra della ScalaGiuseppe Carusotratto da: Teodoro Celli, “L’arte di Victor de Sabata”, ERI/Edizioni RAI, Torino, 1978

L’arte di Victor de Sabata di Teodoro Celli

Il maestro de Sabata era un artista così esigente, così rigoroso, così cosciente di quello che faceva, che metteva un po’ di orgasmo anche nel lavoro, col suo modo di fare da condottiero, con la sua personalità spiccatissima, che imponeva a tutti gli esecutori!

Ricordo che una sera provavamo la seconda suite del Daphnis et Chloé di Ravel, e il Maestro era nervosissimo; noi eravamo un po’ in apprensione. E io, ricordo, mi sono un po’ nascosto sotto al leggio, e ho detto alla mia seconda tromba: « guarda, stasera che modi ha, come è nervoso! » De Sabata mi ha sentito bisbigliare qualche cosa, aveva un orecchio eccezionale.

Scende dal podio e in atto di sfida dice: « chi parla laggiù ». Allora io mi sono alzato e ho detto « Maestro, sono io: lei questa sera è nervoso. Noi siamo qui ad apprendere tutta la sua sapienza musicale; ma, c’è modo e modo di trattare! »…

L’orchestra ha risposto con un boato al mio intervento, e lui è rimasto un po’ perplesso. E’ ritornato sul podio e s’è messo a concertare con una certa calma, dicendo: «ma io non sono nervoso… non sono nervoso!».

Nell’intervallo, al bar, la cassiera mi dice «senta, professor Caruso, lo sa che poco fa qui è venuto il Maestro de Sabata con il dottor Ghiringhelli: che cosa è successo questa sera alla prova? Il dottore era, nervoso, diceva: Maestro, quello lì le ha risposto male, adesso lo mandiamo vial… Allora de Sabata gli ha detto: « Lei non manda via nessuno, specialmente quello!».

 

In: Teodoro Celli,  “L’arte di Victor de Sabata”, ERI/Edizioni RAI, Torino, 1978